Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. (Shirley Jackson, L’incubo di Hill House)
Si dice che sognare non costa nulla, ma sognare costa caro.
Costa in termini di energie, quelle spese a inseguire il sogno e quelle che servono a tenerlo a galla, a impedire che sprofondi nel mare delle delusioni, delle difficoltà, delle abitudini.
Costa caro in termini di rapporti, perché chi ti circonda, soprattutto chi dovrebbe sostenerti e aiutarti a volare, quando ne parli ti guarda e scuote la testa. Meglio un lavoro frustrante ma sicuro, meglio una vita di grigia infelicità, ma con tante comodità, tanti oggetti che la rendano più sopportabile.
Ti trovi a chiederti se sei un pazzo irresponsabile o se siano gli altri a non avere coraggio. Ti trovi a chiederti se sognare sia davvero una cosa da ragazzini, o una necessità profonda e irrinunciabile dell’essere umano.
E guardandoti allo specchio capisci che magari non è fondamentale per tutti, ma lo è per te.